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Perché il metabolismo rallenta? Dalla genetica al ruolo delle diete drastiche

Digiuni, diete troppo ipocaloriche o povere di iodio, l’età che avanza, la stagione fredda, tante le cause dietro il metabolismo che non ingrana

Perché il metabolismo rallenta Dalla genetica al ruolo delle diete drastiche
di Stefania Elena Carnemolla

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Sette chili in sette giorni: un classico delle diete pubblicizzate come miracolose. Solo che di miracoloso non c’è nulla perché ridurre drasticamente l’introito delle calorie rallenta il metabolismo, con i chili che continueranno ad accumularsi. Più che diete miracolose, diete boomerang. Presto spiegato il meccanismo: “Diete troppo rigide” spiega, ad esempio, ISSalute “non solo non aiutano la perdita di peso, ma sono anche controproducenti poiché non permettono all’organismo di adattarsi al nuovo stile alimentare. Al contrario di quanto si crede comunemente, non è la massa grassa a diminuire con diete molto drastiche, poiché l’organismo percependo il nuovo regime alimentare come digiuno, tende a conservare il tessuto adiposo che rappresenta la sua riserva energetica. Ciò genera danni a carico della massa muscolare e un rallentamento del metabolismo con la conseguenza che la perdita di peso si arresta”.

Anche saltare con una certa frequenza un pasto, ad esempio il pranzo, può rivelarsi un boomerang perché s’innescherà lo stesso meccanismo. La soluzione è allora quella di ridurre le porzioni, ciò che aiuterà a mantenere attivo il metabolismo.

DI CHE METABOLISMO SEI?

“Sono a dieta, perché non perdo peso?”: una domanda cui alcuni ricercatori – lo studio è stato pubblicato su Metabolism Clinical and Experimental – hanno provato a rispondere, scoprendo che la reazione metabolica nei primi tre giorni di dieta aiuta a capire se si dimagrirà. È stato, ad esempio, calcolato che la riduzione del metabolismo di 100 calorie al giorno corrisponde, dopo sei settimane di dieta, a circa 2 kg di peso non perso.

Un ruolo è giocato dal tipo di metabolismo, cioè, risparmiatore o dispendioso, e qui entra in gioco la genetica. Spiega Paolo Poggi, tra gli autori della ricerca: “Ognuno di noi possiede uno specifico profilo metabolico: alcuni soggetti hanno un metabolismo più risparmiatore rispetto ad altri, ossia riducono maggiormente il loro consumo energetico giornaliero quando diminuiscono il loro introito calorico come, ad esempio, durante una dieta ipocalorica. Questi soggetti tendono, quindi, a perdere meno peso nel tempo dato che il loro organismo riduce molto il suo consumo energetico, pertanto la dieta ipocalorica in questi soggetti perde la sua efficacia in termini di calo di peso corporeo nel corso del tempo. L’efficacia della dieta ipocalorica per perdere peso dipende strettamente dal nostro specifico profilo metabolico.

Sapere se rientriamo più nella tipologia di metabolismo più risparmiatore o più dispendioso può aiutarci a identificare i soggetti in cui la dieta ipocalorica avrà un maggior effetto sulla perdita di peso rispetto ad altri che devono, invece, supplementare la dieta con, ad esempio, un’aumentata attività fisica per innalzare il loro dispendio energetico e poter efficacemente perdere peso”.

INTERFERENZE

La dieta, inoltre, deve tener conto delle calorie necessarie al metabolismo basale o consumo metabolico a riposo, ch’è la spesa energetica necessaria alla respirazione, digestione, circolazione sanguigna, funzionamento del sistema nervoso. Sottrarre troppe calorie al metabolismo basale può, in buona sostanza, risultare dannoso.

Ad interferire con il metabolismo basale, spiega, invece, Educazione Nutrizionale Grana Padano, possono essere anche stress emotivi, disordini ormonali come ipo o ipertiroidismo, innalzamento della temperatura corporea, condizioni ambientali – in inverno, con il buio e il freddo, il metabolismo rallenta fisiologicamente –, farmaci come i sedativi. Nel caso si soffra di ipotiroidismo, ch’è la difficoltà della tiroide di sintetizzare ormoni necessari al buon funzionamento dell’organismo e la cui causa principale è la carenza di iodio, il consiglio è di usare sale iodato, comune sale da cucina cui è stato aggiunto lo iodio sotto forma di ioduro e/o di iodato di potassio.

Tra gli altri fattori che rallentano il metabolismo ci sono il sesso – gli uomini anche a riposo bruciano più calorie rispetto alle donne – e l’età che avanza. Nelle donne il metabolismo rallenta, ad esempio, con la menopausa. La Fondazione Onda consiglia alle donne in menopausa una “dieta variata ed equilibrata, ricca di frutta, verdura, legumi, cereali, pesce e carni magre” e, considerata la “tendenza all’incremento del peso corporeo per il rallentamento del metabolismo basale”, di limitare “l’introito di calorie” seguendo una dieta povera di grassi, condendo con olio extra-vergine di oliva e limitando l’uso del sale.

TRUCCHI

Il metabolismo può essere stimolato anche mangiando lentamente e non rinunciando a una buona idratazione, nonché a un corretto apporto di proteine, mentre un aiuto può arrivare dal peperoncino, dal tè verde, dal pesce grazie agli Omega-3, dal latte e dai suoi derivati fonte di calcio e proteine, dal pompelmo, dall’echinacea consumata come decotto di radice o assunta sotto forma di integratori.

ABBIAMO PARLATO DI

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Early adaptive thermogenesis is a determinant of weight loss after six weeks of caloric restriction in overweight subjects Articolo

Educazione Nutrizionale Grana Padano Website | Facebook | YouTube

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07/04/2021