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Napoli in piazza con Marisa Laurito per dire basta all'orrore dell'Iran: 'E' solo l'inizio'

Un flash mob e ben 85mila firme raccolte, con un unico obiettivo: fare in modo che l'Italia, al pari delle istituzioni europee, intervenga a sostegno della lotta delle donne e dei giovani iraniani.

di Redazione

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Le bandiere iraniane, le parole di 'Bella ciao' ma anche striscioni, slogan ed una promessa: è solo l'inizio. Napoli è scesa in piazza per dire no alle violenze in Iran. E lo ha fatto con un flash mob, e con ben 85mila firme raccolte, che ha un unico obiettivo: fare in modo che l'Italia, al pari delle istituzioni europee, intervenga a sostegno della lotta delle donne e dei giovani iraniani. Promosso da Marisa Laurito e sostenuto da tantissime associazioni, sindacati e dalle istituzioni locali, in tanti davanti al teatro Trianon, nel cuore di Forcella, si sono dati appuntamento: attivisti iraniani, esponenti del mondo dello spettacolo, della società civile che hanno chiesto che si fermi la repressione, che vengano liberati i tanti giovani manifestanti arrestati, che si ponga fine alle esecuzioni. In prima linea anche i genitori di Mario Paciolla, il cooperante italiano morto in Colombia, e Giovanni Durante, papà di Annalisa Durante, giovane vittime innocente di camorra.

La petizione

Richieste, quelle del flash mob, che costituiscono il fulcro della petizione lanciata dalla Laurito e che in pochi giorni ha raccolto 85mila firme. E l'attrice partenopea, direttrice del teatro Trianon, ha promesso che non finisce qui: ''Questo è solo l'inizio'', ha detto dal palco salutando i tanti che hanno partecipato e gli artisti che si sono esibiti. Una manifestazione nel cui corso la Laurito non ha trattenuto le lacrime al termine della poesia recitata da Marina Confalone. Ad aprire il flash mob è stata proprio la promotrice che ha letto alla piazza il manifesto, l'appello dell'iniziativa. ''Chiediamo al leader supremo Ali Khamenei l'immediata fine delle esecuzioni capitali e la fine delle repressioni da parte del regime sul popolo iraniano. Desideriamo - ha proseguito Laurito - che venga data la possibilità a tutte le donne e agli uomini iraniani di poter manifestare la propria disperazione nei confronti di un regime che da circa 44 anni non ha mai concesso il diritto fondamentale di ogni essere umano: la libertà'. Un appello che chiama in causa anche i vertici dello Stato italiano e delle istituzioni europee. ''Chiediamo - ha aggiunto - al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, di prendere una posizione decisa nei confronti del regime iraniano e al Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, di convocare immediatamente all'atto del suo insediamento l'ambasciatore iraniano dichiarandolo 'persona non grata' e di richiamare il nostro ambasciatore in Iran per consultazioni. Chiediamo, infine, alla presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen, di mettere in campo tutte le iniziative di competenza dell'Unione per assicurare il rispetto dei diritti fondamentali in Iran'.

La voce della giovane attivista iraniana

Dal palco la giovane attivista iraniana, Pegah Moshir Pour, nata in Iran e cresciuta in Italia, ha recitato in italiano la canzone, scritta da un giovane ragazzo iraniano, diventata l'inno delle proteste nel Paese asiatico ed ha rinnovato l'appello ''a sostenere la lotta, ad essere presenti in ogni modo'' e alle Università italiane ''a mettere in campo ogni iniziativa per evitare che i giovani iraniani che sono in Italia per un periodo di studio debbano rientrare in Iran dove rischiano la vita''. Per le istituzioni locali, presenti l'assessore regionale, Armida Filippelli, e il vicesindaco di Napoli, Laura Lieto, che hanno espresso la vicinanza e il sostegno di Regione e Comune ''alle battaglie per i diritti, la libertà e la democrazia''. In piazza, tra gli altri, anche il segretario della Uil Campania, Giovanni Sgambati, che ha sottolineato come ''il mondo del lavoro deve essere sempre in prima fila in tutte le iniziative che salvaguardano i valori fondamentali a partire dalla libertà''.

L'attrice: 'Io ci provo'

Come si fa ad esprimere solidarietà, a dare visibilità ad una rivoluzione in atto su cui le diplomazie internazionali stanno facendo ben poco? 'Io ci provo a non girarmi dall'altra parte, avrò la mia età, ma la mia indignazione è talmente forte che a stare zitta non ce l'ho fatta proprio' così Marisa racconta all'Ansa il suo impegno in prima linea per l'Iran. Dall'attrice votata alla commedia, dalla direttrice del teatro Trianon di Napoli, dall'artista famosa per verve ironica non ti aspetteresti forse una barricadera di prima linea. 'E invece sì, nessuno oggi può dire, come hanno fatto generazioni passate sull'Olocausto: io non sapevo. Oggi invece sappiamo tutto perché sui social ogni giorno vengono rilanciati filmati di quello che accade nelle piazze e quello che la polizia fa per reprimere le proteste', risponde.

La decisione

Così Laurito, 71 anni, alla vigilia di Natale ha scelto di fare qualcosa: un accorato appello video e una raccolta firme su Change.Org e il risultato in pochi giorni è vicino alle 90mila adesioni. 'Noi siamo con i giovani e le giovani iraniane che combattono per la libertà, quando colpite uno di loro colpite l'intera umanità. Chiediamo: 'La fine delle esecuzioni capitali e il rilascio dei manifestanti arrestati', dice nel titolo la petizione diretta al leader supremo dell'Iran Ali Khamenei, sottolineando la violazione dei principi della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo che pure la repubblica islamica aveva sottoscritto all'epoca'. In questo appello, aggiunge, 'chiediamo alla premier Giorgia Meloni e al ministro degli Esteri Antonio Tajani di prendere una posizione decisa nei confronti del Regime Iraniano; al presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella di convocare l'ambasciatore iraniano, dichiarandolo 'persona non grata' e di richiamare il nostro ambasciatore in Iran per consultazioni'. Si aspettava tutte queste adesioni? 'Quando ho cominciato, pensavo in realtà di non andare così lontano, ma posso stupirmi relativamente: quello che sta accadendo è così grande e la mia indignazione così forte per la repressione in atto e per il silenzio generale che penso di andare d'accordo con un bel po' di persone. Avevo già firmato l'appello della Stampa, ma ho pensato di fare qualcosa di mio. Le manifestazioni a sostegno dovrebbero essere molte di più'. E' la sua prima mobilitazione in prima persona? 'E' la mia prima raccolta firme, ho dato il mio volto a molte cause, mi interesso molto di tematiche sociali, a volte lo rendo pubblico, altre meno. Credo però che un personaggio famoso ce l'abbia per dovere di mettersi a disposizione per cause giuste'.

Indignazione forte

Si era mai indignata così tanto per qualcosa? 'Non è la prima volta nella mia vita ma è la prima volta che accade uno sterminio davanti agli occhi di tutti, 18mila e oltre arrestati centinaia di vittime, la massima parte giovanissimi. In Iran c'è una rivoluzione vera e propria e la repressione è feroce'. Il prossimo passo? 'Non sono da sola, c'è un gruppo di persone che sostiene questo progetto come Luciano Stella, Tosca, Edoardo Bennato, Gianni Pinto. Intanto la prima iniziativa è stata quella del 7 gennaio al Trianon con brani, canzoni e letture simboliche per la regia di Davide Iodice, gli interventi tra i tanti di Marina Confalone, Patrizio Rispo, Pegah Moshir Pour, Valeria Parrella, presenti anche Vincenzo De Luca, presidente della regione Campania e ancora il presidente della Federazione della Stampa, Giuseppe Giulietti con l'adesione di Amnesty International Italia. L'artista Laika ci ha concesso un suo disegno su Donna Vita Libertà. Il 21 gennaio la protesta alle ore 17 si sposterà a Roma, all'Officina Pasolini in viale Antonino San Giuliano 187. Vogliamo fare il primo flash mob solidale del mondo dello spettacolo italiano per il popolo iraniano'.

08/01/2023