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Riconosciuta per lo smalto rosso sulle unghie, la vittima della foto simbolo della strage di Bucha

Una truccatrice racconta: “Era una mia cliente di nome Irina”. La commissaria diritti umani racconta delle 15 soldatesse ucraine abusate dai russi

Riconosciuta per lo smalto rosso sulle unghie la vittima della foto simbolo della strage di Bucha
di Redazione

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Da Bucha, città ucraina a Nord di Kiev, continuano ad arrivare storie e immagini degne dei peggiori film dell’orrore e con il tempo alcuni dei corpi trovati dopo la ritirata russa cominciano ad avere un nome. Così è stato per Irina, la donna di una delle foto simbolo della strage di civili inermi di questa cittadina vicina a Irpin, altra località martire di questa atroce guerra. L’immagine della sua mano abbandonata sul suolo ha fatto il giro del mondo e ora, la vittima delle forze russe sarebbe stata identificata proprio per un dettaglio delle sue dita: lo smalto rosso acceso sulle unghie.

L’ultima lezione di trucco prima della guerra

A riferirlo è una truccatrice ucraina, Anastasia Subacheva, citata dall'agenzia Unian. Secondo la donna, la mano sarebbe quella di una sua cliente che era andata da lei per una lezione di trucco l'ultima volta il 23 febbraio, alla vigilia dello scoppio della guerra. Si chiamava Iryna Filkina, aveva 52 anni ed era una aspirante truccatrice. Come riporta la Cnn, è stata uccisa mentre andava in bicicletta. La figlia la descrive come una persona che aveva avuto una vita non facile ma che negli ultimi anni era tornata a vivere.

Soldatesse prigioniere dei russi denudate e abusate

In mezzo a tanta morte, ci sono anche le storie delle sopravvissute. Come quelle delle soldatesse ucraine catturate e poi liberate anche se chissà quali storie di abusi si poteranno addosso. Denudate, costrette a stare accovacciate, umiliate, intimidite: le soldatesse catturate dai russi sono state sottoposte ad abusi e torture, secondo quanto denuncia la commissaria ai Diritti umani del parlamento ucraino, Lyudmyla Denisova sul suo account Telegram, ripresa dalla Cnn. Si tratta della testimonianza di 15 militari donna che fanno parte di un gruppo di 86 soldati ucraini rilasciati dai russi venerdì scorso. Hanno raccontato - secondo quanto denuncia Denisova, citata da Cnn - di essere state portate in Bielorussia al centro di detenzione di Bryansk, dove sarebbero state denudate alla presenza di uomini, costrette a stare accovacciate.

Come facevano i fascisti

Venivano tagliati loro i capelli e le si interrogava, scrive Denosova, nel tentativo di spezzarne il morale. Alcune venivano poi obbligate a prendere parte a video di propaganda russa. La commissaria ucraina parla di violazione dell'articolo 13 della Convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra, che sancisce che questi ultimi devono essere 'sempre trattati con umanità' e chiede che indaghi su questi episodi la Commissione Onu sulle violazioni dei Diritti umani nell'invasione russa dell'Ucraina e la missione dell'Osce. In precedenza Denisova aveva denunciato maltrattamenti a prigionieri di guerra ucraini da parte dei russi, che li avrebbero percossi, privati del cibo, intimiditi ed esposti al gelo.

06/04/2022