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Essere Uomo

di Orietta Matteucci

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Essere Uomo. Essere maschio non è un sentimento, ma un ragionamento logico che può rivelarsi come una trappola.

Dal punto di vista biologico gli uomini sono quelli che hanno il cromosoma Y e ciò è di comprensione immediata.

Ma se proviamo a definire l'uomo nella sua interezza fatta di mente e corpo, dove per mente intendiamo l'insieme di desideri, fantasie, emozioni le cose si complicano e non poco. leggi articolo

Appare chiaro che almeno due fattori hanno un ruolo centrale nella formazione del maschio: uno è rappresentato dal tipo di relazione con i genitori, in particolare come vengono attuati il processo di separazione dalla madre e quello di identificazione con il padre.

Un altro è il contesto sociale (istituzioni, chiesa, scuola e stato) in cui cresce e che detta quell'insieme di abitudini e comportamenti che concepisce debba avere il maschio per essere considerato tale.

Per molti uomini relazionarsi con le donne è già un problema, figuriamoci se il loro essere maschi è stato definito anche in contrapposizione alle caratteristiche proprie delle femmine che, guarda caso, appartengono all'area delle emozioni!

Essere maschio non è un sentimento ma un ragionamento logico che può rivelarsi come una trappola quando costringe gli uomini a mostrare la loro virilità non solo di fronte agli altri uomini e contro la femminilità definita per delle donne, ma anche contro la parte femminile di se stessi, ovviamente negata e repressa, ma con la quale, volenti o nolenti, a volte, devono fare i conti.

Cosa succede quando capita che percepiscono dentro di sé qualità e impulsi che gli hanno inculcato essere propri solo delle femmine? Succede che, forse, i problemi aumentano. Stare insieme e detestarsi

Molti uomini pensano che provare desideri, pulsioni, emotività, paure ancestrali, sia disdicevole. Quindi, magari, sono convinti di liberarsene attribuendoli come propri delle donne o ritenendo siano causati da esse.  A considerale, quindi, a torto o a ragione, 'tentatrici' il passo è davvero breve!

Ma credere di liberarsi di queste caratteristiche non aiuta affatto, perché significa liberarsi, di fatto, della concreta opportunità di avviare un dialogo costruttivo con la donna, accettando prima di tutto che uomini e donne hanno caratteristiche comuni appartenenti alla sfera emotiva. Questa consapevolezza potrà permettere di uscire dall'ambivalenza fatta di attrazione e repulsione, di aggressività e romanticismo, di paure di non essere all'altezza, di ansia da prestazione.

C'è da considerare, infatti, che gli uomini, a prescindere dal loro potere sociale e almeno alla luce della biologia e della riproduzione, sono in qualche modo dipendenti dalle donne, in un gioco complice di strumentalizzazione continua da ambedue le parti, che può dare vita a rapporti basati sulla logica paradossale dominio-sottomissione.

La faccenda è, dunque, alquanto complicata e i modi di essere si sono consolidati nei millenni di storia, anche se negli ultimi decenni si è assistito ad alcuni cambiamenti che fanno ben sperare. Per liberarsi da quella che, a tutti gli effetti, appare come una trappola, va trovata una soluzione che permetta di attuare, nei fatti, non nelle parole, con senso di responsabilità e spirito di sacrificio, il necessario cambiamento culturale attraverso un lungo lavoro di socializzazione, di comprensione del sesso opposto e di differenziazione consapevole.

Puntando sulla relazione basata sulla piena reciprocità, sul fidarsi per poi affidarsi  all'altro senza timore, ma nel piacere, nel segreto della vera intimità più profonda dove ci si può perdere senza perdersi e se, dovesse rendersi necessario, sarebbe bello saper tirare fuori il coraggio di essere deboli, così da chiedere aiuto.

Solo in questo modo il desiderio di sottomettere, di possedere, di violenza può lasciare il posto  alla stima, all'affetto, all'amore, quello vero. E questo significa Essere Uomo.

Orietta Matteucci presidente Bambino Oggi...Uomo Domani Onlus



08/04/2015