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Smart working al femminile, la nuova discriminazione di genere è servita: anteprima esclusiva

È impietosa la fotografia che viene fuori dallo speciale confezionato da 'Tv7', storico rotocalco del Tg1 in onda domani 2 ottobre. La clip in anteprima in cui tre donne raccontano la loro storia

Smart working al femminile la nuova discriminazione di genere è servita anteprima esclusiva
di Redazione

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Pantofole ai piedi, computer sul tavolo da cucina ancora mezzo apperecchiato, letti da rifare tra una riunione e l'altra. Lo smartworking al femminile sembra essere una nuova forma di gender gap. Un'inedita coniugazione della discriminazione tra maschi e femmine perché anziché aiutare le donne finisce con l'affossarle ancora di più tra un lavoro 'che non conosce pause' e le tante incombenze dell'organizzazione domestica e del cosidetto 'lavoro di cura', quello cioè di chi si occupa di figli e genitori. È la fotografia impietosa che viene fuori dallo speciale confezionato da 'Tv7' lo storico rotocalco del Tg1 che andrà in onda domani 2 ottobre a mezzanotte su Rai1.

Qui vi mostriamo in anteprima esclusiva una clip dello speciale con l'intervista a tre donne, Laura, Emanuela e Silvia che raccontano la diseguaglianza di genere generata dallo smartworking che ha visto salire tantissimo la percentuale di donne che lo praticano: a febbraio scorso, gli smart workers erano 570mila, il 64% uomini, il 36% donne. Con la pandemia la cifra è decuplicata. E la differenza di genere si è livellata. Ma sono emerse nuove diseguaglianze. 'So di uomini che vengono tutelati nel loro 'lavoro agile'. C'è chi ha lo studio per conto proprio, con porta chiusa in modo da non venire 'disturbato', Quasi come fosse un panda in via d'estenzione da tutelare. Noi donne, invece, racconta una delle intervistate, 'ci ritroviamo prigioniere in casa, tra lavoro e invombenze varie, che ricadono tutte su di noi'.

01/10/2020