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La favola di Andrea: dalla casa nel bosco di un paesino sardo, alla moda di Armani

Troppo bello per essere ammirato nelle sole vie di Ploaghe (Sassari). A 8 anni il giovane Andrea Arru è già una star ma sogna di fare il fumettista

La favola di Andrea dalla casa nel bosco di un paesino sardo alla moda di Armani

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Da un piccolo paese della Sardegna alle passerelle internazionali della moda bimbo. È questa la parabola di Andrea Arru che a 8 anni ha varcato le porte della sua casa nel bosco di Ploaghe (provincia di Sassari) per diventare testimonial dell'Armani Junior. Capelli biondi, occhi azzurri e un sorriso gioioso su un viso angelico, Andrea è diventato all’improvviso una celebrità assediata da torme di fan.

Al padre Roberto abbiamo chiesto come la famiglia viva questa improvvisa notorietà e come sia iniziata l’avventura che ha portato il viso di suo figlio sulle maggiori testate nazionali.
“Sono state soprattutto le zie e la nonna a convincerci a mandare delle foto. Ma siccome non affido mio figlio a chiunque, prima di inviare immagini ho verificato, attraverso forum sul web, quale fosse l’agenzia più affidabile. Solo dopo mi sono deciso, ma se qualcuno mi avesse detto allora quello che sta succedendo ora, gli avrei dato del pazzo. Una cosa al di sopra di ogni nostra attesa. Siamo sotto assedio mediatico.”

Andrea è diventato all’improvviso un fenomeno.
“La nostra agenzia ci ha già fissato interviste con riviste e settimanali. Temo che ci chiamerà Barbara D’Urso. Dopo essere usciti sul Correre della Sera ed essere i più cliccati in assoluto, ci chiamano dappertutto. La cosa mi ha lasciato attonito: secondo me c’è una rilevanza eccessiva. Sembra la storia di Remì: noi viviamo a quattro chilometri da Ploaghe, che già non è proprio il centro del mondo. In più abitiamo, io e mia moglie e mio figlio, in una casa isolata nel bosco con quattro cani e due gatti. E da qui questo bambino è riuscito ad arrivare ai massimi livelli della moda mondiale infantile.”

Per lui come è stato questo passaggio?
“Stiamo cercando di proteggerlo in tutti i modi, anche se è diventata dura negli ultimi giorni: ci sono le ragazzine delle medie, che a quell’età sono sensibilissime al divismo, che lo fermano, vogliono farsi i selfie in gruppo con lui. Gli chiedono l’autografo e lui non sa neanche cosa sia un autografo. Gli chiedono una firma con la dedica e lui la fa, non perché si senta divo o capisca realmente cosa gli sta accadendo, ma perché non vuole dispiacere una bambina che gli chiede un favore.”

Quindi che significato attribuisce a questa notorietà improvvisa?
“Lui è molto felice del nostro orgoglio: è contento del fatto che noi genitori siamo contenti di lui. Ma per Andrea ciò che è davvero importante è disegnare. Il suo sogno è fare il fumettista è noi lo accontentiamo in questo, gli diamo i suoi spazi. Poi sarà la vita a decidere. A 8 anni non si possono pianificare le cose a lunga scadenza. Questo successo lo vive con estrema naturalezza e volentieri. Perché ogni volta che un’agenzia ci chiama per un lavoro, noi gli chiediamo: ‘ Andrea sei contento? Ti piacerebbe?’ E lui sistematicamente ci dice di sì. E sa perché dice di sì? Perché lavoro è una parola del tutto impropria: lui arriva lì e ci sono esperti che lo fanno giocare. Gli mettono al fianco bambine bellissime che vengono da tutto il mondo. Per lui è un gioco divertente in mezzo a bella gente. Io stesso da bambino avrei detto di sì.”

Quindi Andrea è sensibile all’argomento estetico?
“Da quel lato deve avere preso dalla mamma che è un’esteta.”

Come vive Andrea il rapporto col suo aspetto fisico? Il fatto di essere così bello?
“Non lo capisce fino in fondo, anche se comincia a mostrare un gusto personale per esempio nella scelta dei vestiti. Ma di sicuro non è un bambino vanitoso. È preso dai videogiochi come tutti i suoi coetanei e, essendo figlio unico, gli piace stare in mezzo agli altri bambini. Poi è impegnatissimo perché è un campione di nuoto, fra i bambini della sua età non gli tiene testa nessuno. Una cosa che ci dà molta soddisfazione. E poi fa anche ju jitsu.”

Ma non sarà troppo impegnato questo bambino? Gli resta tempo per giocare?
“Quattro volte a settimana si dedica allo sport: due volte a nuoto e due a ju jitsu. E poi tenga conto che questo gioco della moda è solo qualche giorno all’anno. Non pensi che sia sempre impegnato a destra e sinistra.”

Avete valutato il rischio che questa notorietà improvvisa possa danneggiare il naturale sviluppo mentale di Andrea?
“Ci sono due elementi per cui ancora non lo abbiamo fatto: il primo è che si tratta di poche giornate all’anno. Lo fanno quasi sempre il sabato e la domenica quindi in genere non perde giorni di scuola. Il secondo è che questa notorietà è di pochi giorni fa e quindi non abbiamo ancora fatto in tempo a rifletterci. Ma Adrea non mostra nessun cambiamento nel carattere, è sempre il solito istrione giocherellone e vivace. Ancora non pensa al mondo dello spettacolo, si sta divertendo ma lui vuole fare il fumettista col suo amico Salvatore.”

Avrà però dei desideri da realizzare, per esempio coi soldini che guadagna?
“Le spese ce le accolliamo tutte noi e i soldi che lui guadagna con la moda vengono messi in un libretto per il suo futuro. Lo dico perché qualcuno ci ha a accusato di usare nostro figlio come un bancomat, mentre per noi è un’operazione in totale perdita. Le spese per  i viaggi sono sempre a carico nostro e per noi spostarci dalla Sardegna, oltre ai costi, è un disagio pazzesco.”

Siate stati accusati di sfruttamento del lavoro minorile?
“Sì qualcuno lo ha scritto. È vero che è lavoro minorile ma è una pratica lecita in Italia, regolamentata dalla Direzione provinciale del lavoro. Ogni volta bisogna chiedere l’autorizzazione alla direzione e alla scuola. Noi ci atteniamo alle regole e al buon senso ma c’è gente che parla senza essere informata”.

Da un piccolo paese della Sardegna alle passerelle internazionali della moda bimbo. È questa la parabola di Andrea Arru che a 8 anni ha varcato le porte della sua casa nel bosco di Ploaghe (provincia di Sassari) per diventare testimonial dell'Armani Junior. Capelli biondi, occhi azzurri e un sorriso gioioso su un viso angelico, Andrea è diventato all’improvviso una celebrità assediata da torme di fan.

Al padre Roberto abbiamo chiesto come la famiglia viva questa improvvisa notorietà e come sia iniziata l’avventura che ha portato il viso di suo figlio sulle maggiori testate nazionali.
“Sono state soprattutto le zie e la nonna a convincerci a mandare delle foto. Ma siccome non affido mio figlio a chiunque, prima di inviare immagini ho verificato, attraverso forum sul web, quale fosse l’agenzia più affidabile. Solo dopo mi sono deciso, ma se qualcuno mi avesse detto allora quello che sta succedendo ora, gli avrei dato del pazzo. Una cosa al di sopra di ogni nostra attesa. Siamo sotto assedio mediatico.”

Andrea è diventato all’improvviso un fenomeno.
“La nostra agenzia ci ha già fissato interviste con riviste e settimanali. Temo che ci chiamerà Barbara D’Urso. Dopo essere usciti sul Correre della Sera ed essere i più cliccati in assoluto, ci chiamano dappertutto. La cosa mi ha lasciato attonito: secondo me c’è una rilevanza eccessiva. Sembra la storia di Remì: noi viviamo a quattro chilometri da Ploaghe, che già non è proprio il centro del mondo. In più abitiamo, io e mia moglie e mio figlio, in una casa isolata nel bosco con quattro cani e due gatti. E da qui questo bambino è riuscito ad arrivare ai massimi livelli della moda mondiale infantile.”

Per lui come è stato questo passaggio?
“Stiamo cercando di proteggerlo in tutti i modi, anche se è diventata dura negli ultimi giorni: ci sono le ragazzine delle medie, che a quell’età sono sensibilissime al divismo, che lo fermano, vogliono farsi i selfie in gruppo con lui. Gli chiedono l’autografo e lui non sa neanche cosa sia un autografo. Gli chiedono una firma con la dedica e lui la fa, non perché si senta divo o capisca realmente cosa gli sta accadendo, ma perché non vuole dispiacere una bambina che gli chiede un favore.”

Quindi che significato attribuisce a questa notorietà improvvisa?
“Lui è molto felice del nostro orgoglio: è contento del fatto che noi genitori siamo contenti di lui. Ma per Andrea ciò che è davvero importante è disegnare. Il suo sogno è fare il fumettista è noi lo accontentiamo in questo, gli diamo i suoi spazi. Poi sarà la vita a decidere. A 8 anni non si possono pianificare le cose a lunga scadenza. Questo successo lo vive con estrema naturalezza e volentieri. Perché ogni volta che un’agenzia ci chiama per un lavoro, noi gli chiediamo: ‘ Andrea sei contento? Ti piacerebbe?’ E lui sistematicamente ci dice di sì. E sa perché dice di sì? Perché lavoro è una parola del tutto impropria: lui arriva lì e ci sono esperti che lo fanno giocare. Gli mettono al fianco bambine bellissime che vengono da tutto il mondo. Per lui è un gioco divertente in mezzo a bella gente. Io stesso da bambino avrei detto di sì.”

Quindi Andrea è sensibile all’argomento estetico?
“Da quel lato deve avere preso dalla mamma che è un’esteta.”

Come vive Andrea il rapporto col suo aspetto fisico? Il fatto di essere così bello?
“Non lo capisce fino in fondo, anche se comincia a mostrare un gusto personale per esempio nella scelta dei vestiti. Ma di sicuro non è un bambino vanitoso. È preso dai videogiochi come tutti i suoi coetanei e, essendo figlio unico, gli piace stare in mezzo agli altri bambini. Poi è impegnatissimo perché è un campione di nuoto, fra i bambini della sua età non gli tiene testa nessuno. Una cosa che ci dà molta soddisfazione. E poi fa anche ju jitsu.”

Ma non sarà troppo impegnato questo bambino? Gli resta tempo per giocare?
“Quattro volte a settimana si dedica allo sport: due volte a nuoto e due a ju jitsu. E poi tenga conto che questo gioco della moda è solo qualche giorno all’anno. Non pensi che sia sempre impegnato a destra e sinistra.”

Avete valutato il rischio che questa notorietà improvvisa possa danneggiare il naturale sviluppo mentale di Andrea?
“Ci sono due elementi per cui ancora non lo abbiamo fatto: il primo è che si tratta di poche giornate all’anno. Lo fanno quasi sempre il sabato e la domenica quindi in genere non perde giorni di scuola. Il secondo è che questa notorietà è di pochi giorni fa e quindi non abbiamo ancora fatto in tempo a rifletterci. Ma Adrea non mostra nessun cambiamento nel carattere, è sempre il solito istrione giocherellone e vivace. Ancora non pensa al mondo dello spettacolo, si sta divertendo ma lui vuole fare il fumettista col suo amico Salvatore.”

Avrà però dei desideri da realizzare, per esempio coi soldini che guadagna?
“Le spese ce le accolliamo tutte noi e i soldi che lui guadagna con la moda vengono messi in un libretto per il suo futuro. Lo dico perché qualcuno ci ha a accusato di usare nostro figlio come un bancomat, mentre per noi è un’operazione in totale perdita. Le spese per  i viaggi sono sempre a carico nostro e per noi spostarci dalla Sardegna, oltre ai costi, è un disagio pazzesco.”

Siate stati accusati di sfruttamento del lavoro minorile?
“Sì qualcuno lo ha scritto. È vero che è lavoro minorile ma è una pratica lecita in Italia, regolamentata dalla Direzione provinciale del lavoro. Ogni volta bisogna chiedere l’autorizzazione alla direzione e alla scuola. Noi ci atteniamo alle regole e al buon senso ma c’è gente che parla senza essere informata”.

08/02/2016